“Se adesso mi faccio male vedrai quanto si arrabbia con te papà”: è stato questo il tuo benvenuto, in piedi sulla vasca da bagno, pronto per saltare giù. Avevi cinque anni ed il futuro era un grande punto interrogativo. Ma amavo il tuo papà ed il rosso era il nostro colore preferito, adoravamo il pollo con le patatine fritte e la maionese ed avevamo entrambi una curiosa riga sul naso che compariva ogni tanto, senza un perché. Mi sembrava una buona base di partenza.
Coraggio, determinazione e idee chiare non mancano alla trentina Silvia Conotter, classe 1980, che é stata capace di lasciare senza rimpianti un posto fisso per costruire qualcosa che non c’era, e oggi si racconta con sincerità ed ironia.
“Sono da anni – racconta – felicemente matrigna e il contatto con il mondo dell’infanzia mi ha permesso di cogliere un’esigenza forte del territorio: la presenza di moltissime offerte per le famiglie e la poca conoscenza delle stesse. Da qui l’idea di metterle in rete e farle conoscere”. È nato così nel 2013 “Il Trentino dei Bambini” (oggi Trentino Alto Adige dei Bambini), un marchio registrato, un sito/blog dove le famiglie del territorio e quelle che vengono da fuori possono trovare informazioni utili sulle opportunità, i servizi, le attività a misura di bambino offerte dal Trentino.
Silvia non ha paura di quella parola, diciamolo, brutta: e ha affrontatò di petto il tabù, iscrivendosi mentalmente al club delle matrigne, fondato da Rossella Calabrò, che così lo ha voluto: “La nostra bella lingua italiana non ha saputo ancora inventare un altro termine per tutte le donne che hanno scelto compagni o mariti di seconda mano, con figli avuti da altre. Donne che hanno difficoltà a interpretare il loro ruolo, soprattutto perché il loro ruolo, oggi, non esiste. Non è codificato, è poco trattato, anzi maltrattato. Il suo nome, in tutte le lingue, suona dispregiativo. La casistica delle matrigne va da Grimilde in giù, tutte figure decisamente poco edificanti. E totalmente lontane dalla realtà. E allora, avviciniamoci, tutte insieme, e parliamone.”
Incontrare una persona separata con un figlio apre una voragine di pensieri inattesi. Perché è equilibrismo allo stato puro ed il rapporto incredibilmente denso che avevi – e hai tuttora – con il tuo papà mi faceva una gran paura. C’è stato poi un vestito estivo stropicciato a forza di averti in braccio; il complimento più bello che abbia mai ricevuto in tutta la mia vita; le tue manine fumanti in inverno che si allungano verso le mie, mentre dici con un tono fintamente sdegnato: “Dammi qua che te le scaldo”. E ho capito che non c’era niente da avere paura. Perché l’amore non si divide, ma si moltiplica.
Questa allegra famiglia allargata è diventata lo spunto per un lavoro: “Mi sono resa conto che il posto fisso non faceva per me, volevo creare qualcosa di mio. All’inizio c’ero solo io: telefono e pc e ho cominciato a riempire il sito strutturando le diverse informazioni”. L’idea si è dimostrata vincente, tanto che a fine 2013 una tv locale le ha proposto un programma che trasferisse in video quello che veniva postato online. Da quel momento è stato un crescendo. “Credo che buona parte del successo sia legato ai social, a facebook, che permette di non investire un euro in pubblicità e arrivare ovunque. Oggi sono quasi 22mila i fans de “Il Trentino dei bambini”. Per il sito, invece, si arriva fino a 3mila contatti al giorno. “Una delle voci più gradite è “Provato per voi” dove testiamo e recensiamo attività, proposte, locali, passeggiate, stroncando quello che non è davvero a misura di bambino”, racconta.
Nel 2014 il PalaLevico – Valsugana Fiere le ha proposto di ideare una fiera commerciale per l’infanzia. Nel 2015 è uscito “Il Trentino dei Bambini – La guida”, un viaggio in 325 voci (11 sezioni tematiche) alla scoperta dei luoghi, locali, parchi, passeggiate, servizi, opportunità per il tempo libero, gite più suggestivi. 2.500 copie vendute nel primo mese e mezzo. “Ci sono arrivate richieste di espanderci in Alto Adige e così stiamo facendo. Stiamo anche lavorando con Trentino Marketing, Agenzia per la Famiglia, Apt territoriali e i diversi Distretti famiglia per realizzare guide ai singoli territori, che permetteranno di scendere ancora più nel dettaglio delle proposte”.
Oggi ci sono tre nuovi collaboratori, nuovi successi nel campo degli eventi e della promozione territoriale, e una prospettiva di raddoppio del fatturato nel 2016: così “Il Trentino Alto Adige dei Bambini” veleggia sicuro verso nuove mete.
Perché scrivere questo post? Perché oggi compi dieci anni ed è bello vederti diventare grande. Perché vorrei che chi si trova in una situazione simile alla mia – o magari più difficile, perché non tutti sono fortunati come lo sono stata io – sapesse che c’è sempre un momento in cui la vita restituisce l’amore dato. Con gli interessi. E perché vorrei dire a chi ancora se ne esce con un “mi dispiace, non lo sapevo” – quando spiego che non sei mio figlio – che non c’è niente di cui dispiacersi. Perché l’amore di un bambino nei confronti dei propri genitori è praticamente scontato. Il nostro invece l’abbiamo costruito insieme pezzetto per pezzetto. Con qualche fatica e tante risate.
(ha collaborato Annalisa Gerola)