Absher, la app per controllare le donne

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C’è un luogo digitale dove il Grande Fratello si concentra esclusivamente sulle sorelle. Si chiama Absher, è una app. La si scarica gratuitamente da Apple o da Google. L’ha promossa il governo dell’Arabia Saudita, dove per legge nessuna donna può espatriare senza il permesso del marito, del padre o del fratello. Semplifica la burocrazia, sostengono, per concedere l’ok basta un click sul telefonino. Tutto regolare? No, ci sono due cose che non tornano per niente.

La prima è che due colossi americani del Web, Apple e Google appunto, due campioni del liberalismo nell’era digitale, si sono prestati a rendere questa app disponibile nel loro catalogo delle app. Va bene che il governo saudita a casa sua fa quello che vuole, e se c’è una legge che fa espatriare le donne solo con la benedizione degli uomini è ovvio che ci sia anche una procedura formale per espletare questa autorizzazione.

Ma perché non dire ai ministeri di Riad di farsela scaricare dal proprio sito, questa app? Perché accettare una applicazione del genere, con tutto il suo coté di sessismo e di violazione dei diritti civili, nel mezzo a migliaia di app innocenti, da quella delle principesse Disney alle piattaforme per leggere i giornali online? Non sono poche, le associazioni per i diritti, che hanno chiesto a gran voce a Google e ad Apple di sfilarsi. Per ora, però, nessuna delle due lo ha fatto.

La seconda obiezione, che però non è seconda in ordine di importanza, ma quanto meno è a pari merito, è: dove sono esattamente i confini di Absher? Dove si ferma, tutelando la privacy delle donne arabe, e dove invece sconfina in uno strumento ossessivo e distorto di controllo delle donne? Pare, infatti, che questo programma permetta fra l’altro di stilare una lista di luoghi dove le donne possono o non possono andare, e persino controllare i loro spostamenti. Ufficialmente per la sicurezza delle stesse donne. In realtà le cose sono un po’ diverse.

Effetti collaterali del digitale, si dirà. Funzioni del programma che vengono utilizzate per scopi non conformi a quelli per i quali è nato. Sarà. Ma questo Grande Fratello umilia una volta di più le donne saudite. Che indossano il più castigato di tutti i veli arabi.  Che non possono sedere allo stadio dove gli pare. E che fino a poco tempo fa finivano in galera, se solo si provavano a guidare.