In vacanza con Julie Tournelle e il sogno di cambiare vita

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Siete pronti a cambiare vita? A mollare un posto fisso, rassicurante e sicuro, con un buono stipendio, ma che non vi soddisfa? Per, forse, un altro lavoro in cui dovete imparare tutto da zero, che non richiede chissà quali competenze se non una fondamentale – l’empatia – e potrebbe magari un giorno consentirvi di riprendere gli studi?

E farlo intorno ai 30 anni? Certo, intorno ai 30 anni è meglio e più semplice che a 50. Ma sempre di un cambiamento epocale si tratta.

Questa è la storia di Julie Tournelle raccontata da lei medesima come si può leggere nel divertente libro scritto dal francese Gilles Legardinier, pubblicato in Francia nel 2011 – da Fleuve Editions con il titolo Demain j’arrête –  e in Italia nel 2014 da Mondadori con il titolo “L’amore è un Patatrac”; una scelta che gioca sul nome del co-protagonista, che nell’edizione originale è Ricardo Patatras e nella traduzione diventa Patatrac.

In effetti di “patatrac” Julie ne subisce e ne combina nello spazio di esistenza raccontato nel libro. Che non è incentrato solamente sulla sua decisione di “cambiare vita”, ma sulle sue traversie sentimentali, sull’inseguimento del grande amore e, soprattutto, sull’amicizia.

Il cambio di lavoro, la decisione non semplice di lasciare il posto in banca – quello che fino a qualche anno fa, anche in Italia, era considerato quasi alla stregua di un impiego nel settore pubblico: una sorta di assicurazione per la vita – per diventare commessa in una panetteria a vendere baguette (peraltro il pane più buono del mondo), si intrecciano con gli innumerevoli pasticci che Julie riesce a combinare per riuscire a fare colpo su quello che ha deciso debba essere l’uomo della vita.

Tra questi pasticci anche la risposta alla domanda da cui prende il via la narrazione: qual è la cosa più stupida che hai fatto nella tua vita?

In una recensione non recentissima all’edizione italiana è stato scritto che Gilles Legardinier è bravo, troppo bravo, nella descrizione dell’animo umano. E che forse si è fatto aiutare. Beh, più che una critica sembra un complimento. A meno che uno non sia una specie di genio onnisciente è abbastanza normale “chiedere aiuto” – o, se preferite, informarsi, documentarsi – per evitare di scrivere banalità e inesattezze. Accade per gli articoli giornalistici e accade per i romanzi: che siano storici, noir o che parlino di sentimenti, ansie e indecisioni.

Quando partiamo per le vacanze siamo sempre animati dalle migliori intenzioni e infiliamo in valigia (o, chi preferisce scarica la versione ebook) un sacco di libri che ci ripromettiamo di leggere in spiaggia o in una baita di montagna tipo quella dove si ritira ogni tanto Emmanuel Carrère: ecco, in italiano o in francese Julie e la sua storia meritano di entrare in valigia.