Leadership, il potere dei timidi

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Tutte quelle volte che ti sei sentito dire a scuola “sei bravo ma sei troppo timido, non fai mai domande e non sarai mai il migliore”. Tutte quelle volte che i tuoi amici si organizzavano per uscire e tu non avevi coraggio di chiedere di unirti a loro. Tutte quelle volte che non hai mai fatto il primo passo. Tutte quelle volte che in una riunione di lavoro, saresti voluto intervenire ma ci hai pensato troppo ed è passato il tuo turno. Tutte quelle volte che hai creato uno spazio bianco di ascolto, riflessione, meditazione sono servite a fare di te un leader. La storia impiega un po’ di tempo ma alla fine ha riconosciuto un filo rosso tra grandi leader e la loro innata timidezza: oggi molti articoli o TED talk di leadership parlano del “potere dei timidi”.

Negli anni ’20 Jung definiva un introverso come qualcuno che ottiene la sua energia da solo, piuttosto che dagli altri. A differenza degli estroversi (che ricevono energia da altre persone), gli introversi sono tipicamente introspettivi, tranquilli e attenti.

Anche al lavoro, i timidi hanno un approccio diverso dagli estroversi: amano stare in piccoli gruppi, fanno ragionamenti complessi prima di prendere una decisione, imparano dall’osservazione. Nessuno di noi può dirsi completamento timido o estroverso, abbiamo tutti entrambi questi tratti ma uno dei due solitamente è più spiccato. In tutti i manuali di leadership ovviamente troviamo scritto che un buon leader debba essere estroverso. E se chiediamo ad un selezionatore se vede un introverso per il ruolo di CEO, probabilmente ci dirà di no. Tuttavia questa valutazione è a volte frutto di pregiudizi.

Moltissimi studi da più di un secolo hanno tentato di identificare ciò che rende un buon leader – incluso uno studio recente che ha chiesto a oltre 300 mila leader aziendali di classificare i loro tratti miglio.

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Nessuno di questi tratti sembra in contrasto con la natura degli introversi, quindi perché le persone sono così contrarie ad assumerli in ruoli di leadership?

I timidi possono emergere come leader in tanti campi: Michael Jordan, sembra fosse introverso, è senza dubbio la più grande star dello sport nella storia; Audrey Hepburn era una delle attrici più famose di Hollywood; Mahatma Gandhi guidò una delle più grandi rivoluzioni nella storia indiana. Anche nel business alcuni dei fondatori, innovatori, investitori e tecnologi di maggior successo sono introversi, inclusi personaggi come Bill Gates, Mark Zuckerberg e Marissa Meyer.

cff1fbcf-2f36-4a47-9421-2b52873f6d6dI timidi hanno tutte le carte in regola per guidare team e business complessi in maniera diversa dagli estroversi ma altrettanto efficace. E quelle volte che ti hanno dato del timido, in verità è un gran complimento perché la l’introversione, unita all’intelligenza, fa di te un gran leader.

  • Antonio |

    Trovo molto reale ciò che dote a proposito delle caratteristiche riguardante gli introversi

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