Un lavoro nella moda per le donne vittime di violenza

sarta

Donne che subiscono violenza e, nonostante tutto, tornano ogni volta dal partner, non ce la fanno a staccarsi, non riescono a vivere una loro vita nuova e autonoma. A volte, al di là di spiegazioni psicologiche complesse, storie particolari e mondi complicati da indagare in maniera generalizzata, c’è un motivo molto pratico e comune a molte: ci sono donne che non sono indipendenti economicamente, donne che, da sole, non riescono a guadagnarsi da vivere o a dare sostegno ai loro figli. Per questo iniziative come quella recentemente lanciata da Confindustria Firenze, Associazione San Colombano-Alta Scuola di Pelletteria Italia e Associazione per la Legalità-Il Gomitolo perduto, vanno nella direzione giusta. L’idea è quella di formare donne maltrattate che vogliono allontanarsi dal partner e renderle pronte e capaci di lavorare in un mondo bello e affascinante come quello della moda. Per far questo le donne prescelte frequenteranno dei corsi di alta specializzazione nel campo della pelletteria, nel distretto manifatturiero di Scandicci. Grazie ad alcune borse di studio potranno affrontare questo percorso altrimenti oneroso. “L’idea, spiega la presidente di Gomitolo perduto, Mimma Dardani, “è creare il lavoro che dà la dignità”.

UN PROGETTO NEL DISTRETTO MANIFATTURIERO DI SCANDICCI

leatherC’è un motivo preciso per cui le associazioni che hanno lanciato questo progetto hanno scelto il settore della moda. Dopo un’attenta analisi è risultato questo, infatti, il comparto che più facilmente garantisce, al termine dei corsi di specializzazione, di trovare lavoro. Con percentuali che si avvicinano al 100 per cento.  “Unire il concetto della bellezza, della moda, a quello di una donna denigrata, punita, violentata – prosegue Dardani – richiama il concetto che la donna si possa trasformare”, cominciando una nuova vita. “Le donne scelte – prosegue – dovranno avere delle abilità. A loro sarà garantito l’anominato”. “I percorsi formativi saranno studiati e progettati per poter dare a coloro che parteciperanno una qualifica nel settore e favorire così l’inserimento lavorativo. Il corso – gli fa eco  Franco Baccani, presidente dell’Alta Scuola di Pelletteria Italiana di Scandicci – partirà probabilmente da settembre e consisterà in 250 ore di lezioni teoriche e pratiche, in contatto con le aziende del distretto”. Al momento sono state previste soltanto cinque borse di studio. Certo iniziative come quella di Firenze  rappresentano una goccia nel mare. Ma sicuramente potrebbero fare da apripista per altri simili progetti su scala nazionale.

INDIPENDENZA ECONOMICA CRUCIALE PER SUPERARE LA VIOLENZA

band-aid-bandages-hurt-42230Secondo le operatrici di D.i.Re, rete che riunisce oltre  80 centri antiviolenza, una percentuale significativa di donne vittime di violenza domestica ritorna dal partner violento per le difficoltà economiche che affronta nel percorso di fuoriuscita. L’associazione, presieduta da Lella Palladino, sta procedendo con iniziative mirate proprio perché ritiene che l’inserimento lavorativo sia uno dei punti fondamentali nella lotta alla violenza di genere. Anche il “Piano strategico sulla violenza maschile contro le donne 2017-2020” approvato lo scorso anno riconosce l’importanza di avere un’indipendenza economica nel percorso di uscita dalla violenza. La nuova strategia prevede infatti percorsi di empowerment economico, finanziario, lavorativo e di autonomia abitativa. La fuoriuscita “dalla violenza in un’ottica di empowerment delle donne deve essere resa possibile con interventi finalizzati all’acquisizione dell’autonomia delle donne che hanno subito violenza attraverso l’inserimento-reinserimento economico e lavorativo e l’autonomia abitativa”.  In attuazione del piano è stato indetto un bando che è stato aggiudicato, ora è alla revisione della Corte dei Conti. In attesa che la nuova strategia governativa venga completamente implementata, intanto, nella vicina Spagna è stata già concretamente prevista una serie di diritti e di misure economiche a sostegno dei percorsi di fuoriuscita dalla violenza.

  • Marise |

    Salve, ho sempre subito maltratatanto dal padre di miei figli, e ogni volta i suoi fratelli e genitori mi minacciavano di portare via miei figli e Cacciari di casa se lo denuncciavo.
    Finalmente ho avuto il coraggio dopo che miei figli erano in grado di scegliere con chi stare. Ci anno messi in mezzo la strada e il comune di Rimini mi ha aiutata per 3 mese. Adesdo io e i miei figli di cui una disabili viviamo di favore a casa di una amica ma fra qualche mese dobbiamo andare via.la casa popolare la vedo ancora lontana, lavoro, anche se sono stata una modella e ho lavorato tanto con la moda e arte varie. Nessuno mi prende per via della mia etta di 49 anni. Ho miei figli a carico e vorrei molto sapere se esiste un bando di finanziamento per avviare un negozio di vestiti. Così potrò lavorare in sieme a i miei figli e uscire da questo ormai lungo disagio economico. 3275442408

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