Povertà infantile, dov’è il lavoro dei genitori?

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In Italia un cittadino su tre è a rischio di povertà o esclusione sociale. Oltre un milione e 600 mila famiglie Italiane vivono in condizione di povertà assoluta. Parliamo di 4 milioni e 700 mila individui. Il 33% dei minori italiani è in una condizione di elevato rischio di povertà ed esclusione sociale. Quasi un milione e 300 mila minori vivono in condizione di povertà assoluta.

Questa situazione dolorosa è anche una delle più grosse ipoteche sul futuro che esistono nel Paese. La povertà minorile si traduce in povertà educativa, difficoltà di accesso all’istruzione, abbandono scolastico, scarsa possibilità di accesso alle cure sanitarie. E’ povertà che genera povertà, disoccupazione e mancanza di partecipazione democratica; che alimenta il fenomeno dei “neet”, nel 2016 il 20% dei giovani italiani fra i 15 e i 24 anni.

Cosa genera la povertà dei minori in Italia? Sicuramente la povertà delle famiglie. Nuclei monoreddito, oppure monogenitoriali, bassa intensità lavorativa e un tasso di occupazione del 62% nel 2017, fra i più bassi in Europa. Sicuramente anche l’ascesa di una categoria relativamente nuova in Europa e in Italia, quella che viene definita “working poor”, persone con un’occupazione ma che, non raggiungendo il 60% del reddito mediano disponibile, vengono considerate a elevato rischio di povertà. In Italia sono quasi il 12% della forza lavoro impiegata, in Europa il 9,6%. I working poor sono frutto di salari bassi, oppure di dinamiche retributive stagnanti, sganciate dal costo della vita, o ancora, dalla bassa intensità lavorativa, che per Eurostat si situa nella forbice fra il 40% e il 60% del totale disponibile: precari, part time, lavoratori saltuari.

Della situazione drammatica della povertà minorile e della stretta correlazione con il lavoro dei genitori se ne era occupato nel 2016 un ricercatore del team che produce il report annuale Employment and Social Developments in Europe, in un testo che si intitolava working parents the best protection against child poverty. Affrontando i temi che abbiamo brevemente esposto qui sopra, si arrivava a conclusioni di serio monito per i Governi e le opinioni pubbliche europee: è importante sostenere l’accesso al mercato del lavoro attraverso un’assistenza all’infanzia di buona qualità, prevedere modalità di lavoro flessibili per madri e padri e garantire posti di lavoro adeguatamente retribuiti. Inoltre, dovrebbe essere disponibile una forte rete di sicurezza per coloro che non riescono a partecipare al mercato del lavoro o quando il lavoro non è sufficiente a proteggere le famiglie dalla povertà.

Sapremo affrontare la diseguaglianza prima che questa determini il peggiore dei futuri possibili per noi e i nostri figli?