Stop faking: perché gli ‘angeli’ non sono tutti uguali

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‘Ehi, sono bella come sono, non trovi?’, Sembrano dirci questo le ragazze che ci guardano dalla pubblicità di una nota marca californiana di vendite di abbigliamento online. Le parole d’ordine della canala di Everlane, dalla nascita nel 2010, sono ‘Radical Transparency’, come riflesso di una scelta guidata da principi di etica e trasparenza sia nei prodotti che nella comunicazione.

crdits-everlaneE l’ultima campagna pubblicitaria della loro collezione di intimo femminile conferma la linea: immagini non ritoccate di modelle con corporature e taglie diverse tra loro. Tutte, però, a prescidere dalla taglia, mostrano piccole (o grandi) ‘imperfezioni’: cellulite, smagliature, pancette. D’altra parte se nel mondo ci sarà un 1% di donne che può rispecchiarsi negli angeli perfettamente snelli, sodi e levigati di Victoria’s Secret, esiste un 99% di angeli con forme e proporzioni diverse che stanno dicendo basta. Stop faking, basta finzioni.

Non solo basta ai fotoritocchi, ma anche basta a ferretti imbottiture e push-up, ovvero alla finzione di un intimo che comprime e costringe. E se da un lato le vendite di Victoria Secrets sono in calo (registrando un -17% lo scorso anno), dall’altro si assiste al successo di prodotti più confortevoli come reggiseni sportivi o la ‘bralette‘, grande successo tra le millenials, un reggiseno confortevole che dà un aspetto sexy ma naturale.

Sempre più donne desiderano la comodità senza rinunciare alla seduzione, e soprattutto poter vivere con serenità la loro femminilità nonostante le cosiddette ‘imperfezioni’. Ed in questo si aspettano un cambio di atteggiamento da parte dalle aziende, che devono essere più simili alla proprie consumatrici, devono incoraggiarle nell’offerta commerciale e rappresentarle in modo più realistico nella comunicazione. Perché la scelta di mascherare certe criticità o meno, o decidere se truccarsi o meno, o rinunciare o meno a certi capi perché considerati ‘poco adatti’ per certe corporature, sarà sempre più dettata da come ciascuna donna si vuole vedere e sentire e non da come gli altri si aspettano.

alicia2Per questo ha risuonato fortissimo il messaggio che la cantante Alicia Keys lanciò a maggio 2016, presentandosi completamente struccata agli MTV Awards: “Non voglio più mascherarmi. Non il mio viso, non la mia mente, non la mia anima, non i miei sogni, non i miei pensieri, non le mie fragilità (…) “.

Fu l’inizio del #NoMake up movement, che a distanza di quasi due anni da quel messaggio, sta trovando la sua strada nonostante un settore, come quello della cosmesi, tutt’altro che in crisi. Ma basta guardare su Instagram, in tema di visi al naturale, per trovare con l’hashtag #NoMakeup circa 15,6 milioni di selfie di donne, spesso accompagnati da altri hashtag come #selflove and #confidence.

fornoni3A questo proposito, il magazine Livestrong ha intervistato di recente 4 Instagram influencer, con le loro storie di autenticità. Tra esse spicca Paige Lauren Billiot (account @flawless_affect), una ragazza affetta da vistose macchie rosse sul viso, che lei ha fatto diventare potenti e multicolori protagoniste dei suoi post. Con coraggio e grinta, senza rinunciare alla seduzione, i suoi selfie costruiscono storie intorno ad un’anomalia che la maggior parte delle donne vivrebbe con estrema difficoltà.

Ma la sua è una bella lezione per tutte, perché come recita la didascalia del suo account: “Your flaw is what makes you flawless”, ovvero ‘Il tuo difetto è ciò che ti rende perfetta’.