Musica, maestro! L’importanza dell’educazione musicale a scuola

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“La musica è forse l’unico esempio di quello che avrebbe potuto essere- se non ci fosse stata l’invenzione del linguaggio, la formazione delle parole, l’analisi delle idee- la comunicazione delle anime”

Lo scrittore francese Marcel Proust che definisce la musica come alternativa al linguaggio parlato e scritto. In effetti difficilmente troveremo ricordi rilevanti della nostra vita affettiva che non siano legati a melodie o canzoni, oltre che a parole e gesti. Sin dal grembo materno, l’orecchio del bambino, è costantemente sollecitato, dal suono delle parole della mamma, dal sottofondo continuo del ritmo del battito cardiaco, dal suono che produce il flusso del liquido amniotico. Nei primi anni di vita, poi, i bambini esprimono il loro mondo interiore, la propria affettività, la propria emotività attraverso i suoni, e la loro affettività, viceversa, può essere influenzata positivamente dalla musica. Una ninna nanna cantata dai genitori può avere un effetto rilassante e distensivo; una filastrocca divertente canticchiata in falsetto ha il potere di far sorridere!

music2Quando il bambino entra nel mondo della scuola, e in particolare nel grado preparatorio (fascia 3/6 anni), la musica diventa uno strumento necessario e indispensabile: la scuola dell’infanzia è, infatti, luogo di narrazione di forme culturali e di significati, che consente di integrare cultura ed esperienza, concetto e situazione. Tutto parte dal gioco, dalla dimensione ludica, per rinforzare le capacità di attenzione degli alunni, per creare rapporti basati sull’empatia, per raggiungere, infine, i traguardi di sviluppo immaginati e programmati. Nel progetto didattico l’educazione musicale non è secondaria, anzi, assume un valore aggiunto. Il far musica a scuola, con la voce, con gli strumenti, con i mezzi a disposizione, permette ai bambini di esplorare la propria emotività, di scoprire la dimensione interiore e quindi di sviluppare e affinare la propria affettività. L’ascolto e la riproduzione di suoni, di melodie e canzoni e un approccio adeguato alla musicalità permette al bambino di attivare processi di apprendimento multifunzionali, a vari livelli: dalla risposta senso-motoria, fino al linguaggio simbolico ed astratto, lungo l’intera gamma delle modalità conoscitive.

La musica è una forma comunicativa complessa e “globale”: essa racchiude e veicola un’infinità di significati perché è strettamente legata all’immaginazione e al pensiero, alla corporeità, alla motricità, pertanto collegata con tutta la sfera esistenziale dell’uomo. Qui risiede la sua forza e la sua importanza educativa: attraverso l’esperienza musicale si possono infatti sviluppare competenze corporee, motorie e percettive, come ad esempio la possibilità di conoscere e utilizzare al meglio le proprie capacità sensoriali; competenze affettive e relazionali, come ad esempio la capacità di maturare sicurezza interiore, di ascoltare e interpretare le emozioni dell’altro, di accettare il diverso, di porsi in relazione con il gruppo, di interiorizzare comportamenti civilmente e socialmente responsabili.

music3Non solo: si può favorire lo sviluppo di competenze espressive, comunicative e creative, come la capacità di esprimersi e comunicare con i diversi linguaggi non verbali. Attraverso la musica si possono sviluppare anche competenze cognitive, come il potenziamento, in particolare, delle capacità di analisi e di sintesi, di problematizzare, argomentare, valutare e applicare regole. L’espressione musicale, come disciplina scolastica valorizza una fondamentale capacità: quella che consente una maggiore comprensione della realtà che ci circonda e dei vissuti personali.

La musica è un linguaggio strettamente legato alla soggettività di tutti ed è un mezzo utilizzato in tante occasioni per comunicare pensieri, sensazioni ed emozioni, per svolgere attività in comune, per realizzare forme di socializzazione, per assolvere funzioni varie che spaziano dal puro divertimento alla trasmissione di messaggi, anche tra diverse culture, per diventare strumento di tolleranza e comprensione reciproca.
Il più popolare e universale dei linguaggi, può veicolare messaggi profondi, può cantare desideri di giustizia e di legalità, può scuotere le coscienze dall’indifferenza, dall’apatia e dalla rassegnazione. E’ questo l’intento di uno dei progetti che porta la musica nelle scuole: “Musica contro le Mafie”. Una raccolta eterogenea di pensieri, idee, proposte e impegno sul campo, con il supporto di Libera (Associazioni,nomi e numeri  contro le mafie). Un condensato di note, constatazioni, poesia e sentimenti…tante menti verso un unico obiettivo : sensibilizzare i ragazzi attraverso la cultura, l’arte, l’istruzione, la musica, il senso civico e l’amore per le regole. Il ruolo essenziale della musica per prevenire, controllare, avviare alla legalità. L’ascolto, l’analisi e il lavoro di votazione di brani che coniugano qualità musicale a contenuti di denuncia e impegno civile, fornisce agli studenti ulteriori spunti per i loro percorsi di responsabilità e impegno, all’interno di scuole che rappresentano cantieri di cittadinanza attiva.

Beethoven, celebre compositore e pianista tedesco, amava definire la musica come “una rivelazione. La più alta, più di qualsiasi saggezza e di qualsiasi filosofia. Vale, anzi, tutte le filosofie del mondo”.

Buon ascolto.

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