Ottobre Rosa. Prevenzione, ma non solo!

ottobre_rosa_diagnosi_cancro_diaporama_550Con il claim “La prevenzione è un messaggio per tutte noi” la LILT (Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori) ha promosso anche quest’anno la campagna Ottobre Rosa per educare tutte le donne alla diagnosi preventiva del cancro al seno. La prevenzione, la ricerca e le cure sempre più mirate possono fare tantissimo per contrastare questa malattia.

Ma la cura, oltre che farmacologica o chirurgica, è anche estetica. Perché c’è un peso (emotivo e pratico) che una donna si trova ad affrontare nel momento in cui le viene diagnosticata la malattia: il crollo della percezione di sé, la paura di non essere più come prima e di non piacersi più. Invece sapere come occuparsi del proprio aspetto, come prepararsi ad affrontare non solo clinicamente ma anche esteticamente, le varie fasi della malattia e dei trattamenti, può avere importanti effetti sulla propria autostima e in generale sulla qualità della vita e delle relazioni. Perché è accertato che il tumore al seno è quello che più impatta negativamente su tutta la propria immagine corporea.

Mentre fino a qualche tempo fa il problema estetico gravava esclusivamente sulla paziente,  oggi esistono numerose associazioni che collaborano con i reparti oncologici e che si occupano di estetica e immagine delle pazienti, attraverso il lavoro di personale specializzato.

La cura del viso è fondamentale, perché è proprio lì che si leggono chiaramente gli effetti delle terapie, tra secchezza della pelle, segni di stanchezza e caduta dei capelli. Grazie ai tutoring di make up, l’uso mirato dei cosmetici, degli accessori e delle parrucche si arriva a ricreare una nuova immagine che accompagna la paziente in tutto il suo percorso. Sempre più spesso, poi, l’alternativa alle parrucche la fanno i copricapi, decisamente meno costosi, ma di certo versatili e con un tocco di unicità, come i Cappelli ad Arte creati da Maria Teresa Ferrari, forte della sua personale esperienza attraverso la cura del tumore al seno.

henna-temporary-tattoo-cancer-patients-henna-heals-11Ma c’è anche chi non vuole nascondere la propria calvizie, e la esibisce palesemente o la decora. L’associazione canadese Henna Heels, ad esempio, realizza sulla testa delle pazienti colpite da tumore delicati tatuaggi all’henné con rami, farfalle, ed eleganti decori che le rendono bellissime. Mentre sempre in tema di tatuaggi in oncologia, l’artista David Allen si è specializzato nel tatuare con motivi floreali e policromi le cicatrici post-mastectomia, regalando alle donne un nuovo modo di esibire la propria bellezza.

La cura dell’immagine che cambia passa anche attraverso l’abbigliamento camouflage (ad esempio se un solo seno è stato asportato e non viene ricostruito, l’asimmetria può essere corretta con reggiseni specifici, o indumenti pensati ad hoc).

La cura del fuori deve insomma compensare esteriormente ciò che la malattia, anche se solo temporaneamente, sa togliendo da dentro, ovvero: il senso della propria femminilità, la voglia di piacersi e di sentirsi bella.

LOS ANGELES, CA - SEPTEMBER 09:  Shannen Doherty attends Hollywood Unites for the 5th Biennial Stand Up To Cancer (SU2C), A Program of The Entertainment Industry Foundation (EIF) at Walt Disney Concert Hall on September 9, 2016 in Los Angeles, California.  (Photo by Kevork Djansezian/Getty Images)

Shannen Doherty (Photo by Kevork Djansezian/Getty Images)

Gesti quotidiani che talvolta possono diventare faticosi, ma se opportunamente sostenuti da specialisti, aiutano a mantenere una motivazione e un obiettivo costante: non mollare. Come Shannen Doherty, attrice 45enne, protagonista della serie Beverly Hills 90210, affetta da un cancro al seno particolarmente aggressivo che pochi giorni fa ha postato un video in cui balla con la sua trainer il giorno dopo la chemio, dichiarando: “Ero stanca, avrei voluto essere a letto, invece sono andata e mi sono mossa e mi sono sentita molto meglio”.

Ricordo ancora le parole della specialista in estetica oncologica presso l’Istituto di Cancerologia Gustave Roussy a Parigi quando andai per un corso sulla consulenza d’immagine applicata a quest’ambito. Mi disse: ‘La nostra paziente deve arrivare a star bene, perché con il nostro lavoro cerchiamo il cigno che c’è in lei’. E’ stato un momento di grande emozione per me, che mi ha convinto una volta di più dell’importanza di tutto ciò che può portare queste donne a farle sorridere, a credere in sé stesse, nonostante e contro la malattia. Per lottare insieme.