Twitter è un luogo tossico per le donne

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Ventimila euro di multa, è costato al sindaco leghista di Pontinvrea, Matteo Camiciottoli, l’aver augurato lo stupro all’allora presidente della Camera, Laura Boldrini. Lo fece due anni fa via Facebook, e lunedì il tribunale di Savona glielo ha restituito in faccia con gli interessi. Per le donne, i social sono sempre stati luoghi più pericolosi che per gli uomini, al pari delle stradine buie di notte. E questo lo sapevamo. Ma quanto sono più bui, quanto sono effettivamente più pericolosi? Amnesty International si è presa la briga di quantificarlo, passando al setaccio 14,5 milioni di tweet inviati o ricevuti da 778 giornaliste e donne di politica negli Usa e nel Regno Unito.

Il risultato di questo monitoraggio è il tasso di tossicità di Twitter per le donne: ogni cento pensieri da 140 caratteri, sette ricevono commenti aggressivi, sessisti, al limite della violenza perseguibile in tribunale. Auguri di stupri, appellativi scimmieschi, richieste di prestazioni sessuali e, quando va bene, allusioni al mestiere più antico del mondo.Tutti “complimenti” dai quali i twittatori maschili vengono esclusi.

Le donne nere, poi, hanno il 34% delle probabilità in più di guadagnarsi un appellativo tossico, per dirla alla maniera di Amnesty. Mentre le donne di sinistra sono un bersaglio più gettonato di quelle di destra: a quanto pare, l’odio sessista è sensibile al colore politico tanto quanto a quello della pelle.

Uscire dai social? Non può essere questa la soluzione. Laura Boldrini, dopo aver ascoltato in aula la sentenza che la riguarda, ha dedicato la sua vittoria tutte le figlie d’Italia, perché non abbassino mai la testa. E denuncino. Esattamente come ha fatto lei. Il sessismo sui social è come il bullismo: occorre denunciare tutti i molestatori. A uno ad uno. A costo di intasare la Polizia Postale.