Payroll giving, quando il mondo del profit incontra quello del no-profit

burlo_1

La solidarietà cresce e si allarga a canali di sostegno diversi dalle tradizioni raccolte fondi. È il caso della formula del Payroll giving, uno strumento sempre più utilizzato anche in Italia da aziende e dipendenti e che permette al lavoratore dipendente di donare in beneficenza anche solo un’ora del proprio stipendio tramite una trattenuta in busta paga.

Recentemente all’ospedale pediatrico Burlo Garofolo di Trieste è stato presentato, grazie a questo meccanismo, l’ultimo dei progetti avviati sul territorio nazionale dal Gruppo Crédit Agricole Italia e rivolto al sostegno di realtà di eccellenza pediatriche in Italia. Il progetto, avviato nel 2014, ha coinvolto fin da subito attivamente le aziende del Gruppo, le organizzazioni sindacali e i dipendenti, tutti impegnati verso un obiettivo comune con finalità sociale.

Come funziona? Alla base c’è un semplice meccanismo: i dipendenti arrotondano all’euro inferiore l’importo della propria busta paga e l’Azienda aggiunge la parte per arrivare al valore dell’euro. In pratica, dipendenti e Azienda insieme donano tanti euro quanti sono i dipendenti che aderiscono al progetto.

“Fin dalla nascita del progetto Payroll Giving si è scelto di devolvere i fondi raccolti ad alcuni dei più importanti ospedali pediatrici esistenti nei territori in cui è presente il Gruppo Crédit Agricole Italia – ha dichiarato il direttore generale di Crédit Agricole FriulAdria Carlo Piana –. Prima del Burlo sono state sostenute realtà di eccellenza come il Meyer di Firenze, il Gaslini di Genova e il reparto di oncoematologia infantile dell’Ospedale di Padova”.

consegna-donazione-per-avvio-progetto

Presso il Burlo Garofolo di Trieste verrà inaugurato il progetto triennale “Supporto psicologico dalla diagnosi prenatale in poi per le famiglie dei bambini chirurgici” ideato in collaborazione con l’Associazione per i Bambini Chirurgici del Burlo onlus per offrire sostegno psicologico fin dalla prima ecografia ai genitori dei bambini con malformazioni per cui si prevede una terapia chirurgica. Durante la gravidanza, la diagnosi di una malformazione chirurgica fetale e il percorso terapeutico che ne consegue, sono eventi traumatici che coinvolgono tutta la famiglia. Tale trauma comporta la difficoltà ad accettare il gap tra le aspettative di un figlio sano e la realtà. Oltre al fatto che i genitori, prima, e il bambino poi, devono intraprendere un lungo percorso di cura che implica il coinvolgimento di diverse professionalità e reparti ospedalieri.

Per questo motivo, già in fase prenatale e per tutto il percorso chirurgico è importante prevedere e garantire un sostegno psicologico ed emotivo integrato con la cura medica. Attraverso il riconoscimento e la gestione dei sentimenti, i genitori sono aiutati ad elaborare il trauma che una nascita complessa può provocare. La finalità di tale progetto, quindi, è prevenire i disagi nel bambino e in tutti i componenti della sua famiglia che anche a distanza di anni, possono manifestarsi nel percorso di crescita.

“Questo progetto ha il valore aggiunto di essere stato ideato anche grazie all’osservazione e all’ascolto dei bisogni delle famiglie a cui stiamo accanto da 13 anni. Crediamo molto in un modello di welfare che, nei giusti ambiti , possa essere partecipato e coinvolga tutti gli attori che ne fanno parte: i beneficiari in primis, l’ospedale e la comunità. E infatti, grazie al lavoro di rete, è stato possibile, non solo pensarlo, ma anche sostenerlo e concretizzarlo” sottolinea Giusy Battain, direttrice di A.B.C. Onlus.

Il Payroll Giving diventa quindi quell’esempio di un vivere il territorio in modo responsabile e in grado di coinvolgere un’intera comunità verso un obiettivo e un bene comune, oltre che un aiuto concreto a sostegno di progetti sociali.