Gestisci la tua famiglia come un’impresa, perché lo è

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La “casa”, in inglese “household” – la lingua inglese consente parole con più sfumature delle nostre perché può unirne di diverse, e quindi non è solo “casa” ma anche nucleo familiare, unità domestica per così dire – è uno dei quattro settori dell’economia, secondo la visione macroeconomica. Ed economia vuol letteralmente dire “gestione (nomos) della casa (oikos)”.

Ma allora perché, si domanda la coppia di autori dell’articolo “Creare dei margini (Creating some slack)” non gestiamo la casa con criteri un po’ più “economici”? E non intendono solo dal punto di vista monetario: identificano nella casa un vero e proprio sistema fatto di flussi, margini e tensioni, che comprende dai soldi al tempo, dalle faccende alla cura dei figli, e su questa visione hanno costruito un metodo di gestione che sembra essere molto efficace.

Intanto la parola “slack” è difficile da tradurre propriamente in italiano; vuol dire “allentamento”, “calo di tensione”: è quello che avviene alle corde quando non sono in tensione, quel margine extra a disposizione che consente morbidezza e agio, ma è anche sempre pronto ad essere teso di nuovo. Per questo qui lo traduco con margine: margine di manovra, quel che riusciamo a lasciar libero nel tran tran quotidiano e che (spesso?) ci serve per far fronte agli imprevisti. Oppure, come dicono gli autori dell’articolo, quello che possiamo scegliere di riempire con altre cose, perché

lo slack ti accorgi che c’è solo quando lo usi, altrimenti rimane invisibile.

Ed ecco tre indicazioni su come guadagnare un po’ di prezioso “slack”:

talent1) dividere i compiti in famiglia non alla ricerca dell’equità ma del talento: non considerare la disponibilità come un gioco a somma zero (maggiore è la mia, minore la tua), ma come un insieme di capacità, attitudini e circostanze in cui l’obiettivo comune è “far andare bene l’impresa” ottimizzando i flussi con un sano bilanciamento tra utilizzo e surplus, che consenta abbastanza “margine” da far fronte a periodi di tensione;

adult-beverage-breakfast-3028102) farlo si traduce in pratica in azioni estremamente concrete. Un bell’esempio di creazione di slack è la scelta dell’ora a cui vanno a letto i bambini. Un tema su cui in Italia siamo molto deboli: eppure bambini che vanno a letto prima delle nove di sera sono bambini più riposati e rilassati, per non dire di quanto si rilassano e riposano i genitori.

L’altra sera una signora mi chiedeva proprio come faccio a convincere i miei figli ad andare a letto così presto e io ho risposto “Non gli ho mai fatto pensare che ci fosse un’alternativa”. Lo slack dopo le nove di sera è per me essenziale: a volte per accendere la TV e smettere di pensare, a volte per uscire e a volte per recuperare del lavoro: come farei senza?

collaboration-community-cooperation-4610493) lo slack lo creiamo noi, famiglia per famiglia, esplicitando una serie di dinamiche, bisogni e flussi: condividendole e mettendole a sistema (cosa che diventa particolarmente evidente se ci si separa: situazione in cui, dicono sempre gli autori, addirittura lo slack può aumentare perchè la maggiore suddivisione libera il tempo di uno dei due). Ma questa dimensione di agio, così vitale ai nuclei famigliari, può essere incentivata anche dai governi, come avviene in Olanda, dove servizi e modalità di lavoro (per esempio il part time è considerato normale per uomini e donne) sono disegnati sul presupposto dell’importanza della tenuta del sistema familiare, visto che è il principale incaricato di attività socialmente utili come crescere i piccoli e curare gli anziani.Tanto che si parla di work-life effectiveness e non di conciliazione lavoro-famiglia.

Insomma: guardare alla casa come una piccola impresa, dedicandole l’attenzione e le capacità che spesso riserviamo alla nostra sfera professionale e immaginando una gestione dei flussi di tempo, compiti e risorse che si avvantaggi di una visione più economica, potrebbe renderci le cose più semplici e aumentare i nostri margini di felicità. Anche solo perché inizieremmo a parlarne e a valutare la possibilità di poter migliorare, tutti insieme in famiglia, quel che c’è.