La valigia della maestra

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Settembre è arrivato, è tempo di fare la valigia.

No, non per andare in vacanza, ma per cominciare un lungo viaggio, quello che da molti anni intraprendo alla fine dell’estate.

E quando tutti tornano, io parto. Come ogni volta, mi sembra di cominciare da zero, non so come sarò, dove arriverò. Poi mi ripeto che il senso del viaggio è il cammino, non tanto la meta. E’ durante il percorso che si scoprono nuove prospettive, nuove amicizie, nuovi scorci. Mentre vai avanti, ti concentri sul presente e allora il futuro arriva quasi per magia, come un regalo inatteso.

Pensi di poter programmare tutto, di avere l’indispensabile, di avere ogni cosa sotto controllo. E poi…poi il viaggio comincia ed è diverso da come te lo aspettavi, forse più intenso, con imprevisti, ritardi, intoppi. Cerchi di prefissarti un obiettivo e poi magari devi ricalcolare il percorso e scopri aspetti di te stessa che non sapevi nemmeno di possedere.

Ieri, mentre ero a scuola, passeggiavo tra i banchi. C’era una quiete surreale, una specie di patina che avvolgeva i colori, le pareti sgombre, le matite ancora riposte nell’armadio. Avete presente quelle sale d’attesa degli aeroporti o delle stazioni? Mi sentivo cosi, sospesa, in un’attesa silenziosa piena di emozioni, prima della partenza.

Cosa metterò nella mia valigia?

La scuola sta per iniziare, il viaggio è alle porte e mi è venuto in mente quello che potrebbe servire per affrontare insieme ai miei alunni, un percorso alla fine del quale dovremo sentirci cambiati, migliorati, diversi. Lo scopo di ogni viaggio, d’altronde, è proprio il cambiamento: ritornare diversi, gli stessi ma arricchiti.

Per questo porterò uno sguardo più attento che possa permettermi di guardare intorno e soprattutto dentro. In un mondo dove contano le visualizzazioni, io spero di “vedere” e di insegnare a guardarsi dentro. Perché è tanto importante quello che ci circonda, quanto ciò che viviamo e sentiamo.

Porterò la mia umanità, che sembra un concetto difficile, ma altro non è che accorgersi degli altri, tenere conto dei loro bisogni, delle loro fragilità, delle loro unicità e agire affinché tutti siano valorizzati in quanto persone.

Porterò la comprensione che è una delle forme più grandi di affetto ed empatia. Chi si sente capito, si sente anche amato. Mi sforzerò di comprendere anche ciò che non condivido, perché capire permette di avere una visione più profonda di chi abbiamo di fronte. Se si pratica l’empatia, la si insegna e  diventa una modalità di approccio alla vita di cui non si può fare a meno.

Nella valigia ci saranno gesti gentili, sempre. Perché dove c’è empatia, c’è gentilezza. Si può insegnare a difendere le proprie idee senza mai dover offendere l’altro, senza prevaricare, senza sminuire o discriminare. L’efficacia di una carezza è incalcolabile e, spesso, questa modalità di interazione, viene ricordata dal bambino più di una lezione.

Non mancheranno nella valigia tutti gli errori che ho commesso. Perché la maestra non è altro che una persona in carne ed ossa. L’accettazione delle cadute, ci rende più forti e in grado di comunicare agli alunni che bisogna guardare agli sbagli con consapevolezza e non con disagio o paura. Gli ostacoli ci sono per essere superati e i bambini devono sentire di avere le risorse interne necessarie per affrontarli. Se non basteranno, sapranno di poter attingere alle risorse che saprò donare, per comprendere l’errore e imparare da esso.

Vorrei portare nella mia valigia il coraggio, la determinazione e l’autostima, per regalarle a piene mani. Ma non posso. Questi sono valori che conquisteremo insieme, durante il percorso, giorno dopo giorno, anche con fatica. Ma la fatica fa parte del viaggio, si sa e senza quella si ottiene ben poco.

Dovrò portarmi anche una bella scorta di capacità di problem solving, perché le mappe che ho preparato, saranno riviste continuamente e la nostra rotta prenderà direzioni diverse ogni giorno e bisognerà riprogrammare il percorso.

Stiamo per partire, la valigia è pronta, inizia il viaggio. Ripartirò da qui, ritornerò qui, sempre diversa.

Buon percorso ragazzi!