Attenti alle dichiarazioni sessiste: qualche volta (per fortuna) finiscono in Procura

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Mi piacciono, le notizie come questa. Piccole soddisfazioni in un mondo in cui le donne si devono ancora giustificare, se portano la minigonna e poi vengono molestate. Mi piacciono in senso lato, si intende. Eppure sono timidi segnali che qualcosa si muove. Che non tutti la passano liscia. La storia del Direttivo Diabolik Pluto della Lazio, che rifiuta le donne nelle prime file della curva, la conoscete tutti. Qui sopra c’è il volantino con la dichiarazione ufficiale. La (buona) notizia, però, per me è un’altra. È che non sempre le offese – chissà, un giorno anche le offese dei social – passano inosservate. La notizia è che chi le fa, poi le paga.

La notizia vera insomma è che sul volantino degli ultrà laziali, la Procura federale della Figc ha aperto un’indagine disciplinare. «Una battutaccia estiva», l’aveva definita a caldo due giorni fa, derubricando il fatto, il commissario straordinario della Federazione italiana gioco calcio Roberto Fabbricini. Evidentemente, aveva sottovalutato la portata dell’offesa, se a nemmeno 24 ore di distanza il direttore della stessa Fgci, Michele Uva, riteneva necessario procedere con un’indagine formale: «Ci saranno sicuramente delle conseguenze di natura disciplinare», ha aggiunto lo stesso direttore.

Contemporaneamente, ma questa volta per mano della Digos,  il volantino del direttivo laziale finiva anche davanti alla Procura di Roma: il reato ipotizzato è quello della discriminazione razziale, nella cui fattispecie rientra anche la discriminazione di genere. Due degli autori del volantino infame sono anche già stati identificati.

Disciminazione di genere uguale discriminazione razziale. Tenetene conto, uomini. Che vi permettete battute che battute non sono. Il sessismo è una discriminazione punibile penalmente. Sarebbe bello se il caso della Lazio, alla fine, non si perdesse nel nulla ma arrivasse a comminare una sanzione. Sarebbe un precedente per tutte le donne offese e vilipese alla pari dei neri sugli autobus americani degli anni Cinquanta. Alla pari degli immigrati sui treni italiani del Duemiladiciotto.

Attenti, alle battute. Per strada e sul web. Perché qualche volta (per fortuna) anche le battute finiscono in Procura.