Educare al rispetto: la ricetta per una società più inclusiva

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“Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge senza distinzioni di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale”.

Eguaglianza, pari dignità, partecipazione piena: sono questi i principi sanciti ed evidenziati nell’articolo 3 della Costituzione italiana, che sono alla base del vivere in comunità. E’ soprattutto iniziando a parlarne già con i più piccoli, però, che le nuove generazioni potranno essere aiutate a crescere senza stereotipi. Educare al rispetto, alla conoscenza reciproca, alla condivisione, significa cominciare a porre le basi per formare degli adulti più liberi, più consapevoli, affettivamente e socialmente maturi. Occorre lavorare, quindi, sulla quotidianità, per la conoscenza delle differenze, per comprendere che queste, non comportano la superiorità di qualcuno a discapito di un altro.

Ecco perché, la scuola assume oggi un ruolo da protagonista nell’attuazione dell’articolo 3, attraverso il confronto, l’ ascolto, il dialogo, la conoscenza, la condivisione, l’inclusione. “Rispetto significa tutto questo, significa fortificare la democrazia, migliorare la qualità di ogni esperienza di vita, contribuire a far crescere condizioni di benessere per tutte e tutti”, così la ministra Valeria Fedeli ha introdotto l’evento che si è svolto a Roma, il 27 ottobre scorso, in cui è stato presentato un Piano nazionale per promuovere nelle scuole di ogni ordine e grado l’educazione al rispetto, per contrastare ogni forma di violenza e discriminazione e favorire il superamento di pregiudizi e disuguaglianze, secondo i principi espressi dall’articolo 3 della Costituzione italiana.

Il Piano punta a promuovere azioni specifiche per un uso consapevole del linguaggio e per la diffusione della cultura del rispetto, con l’obiettivo di arrivare a un reale superamento delle disuguaglianze e dei pregiudizi, coinvolgendo le studentesse e gli studenti, le e i docenti, le famiglie. Rappresenta, dunque, l’avvio di un percorso di sensibilizzazione attiva e trasversale in continua crescita e sviluppo con la collaborazione di tutto il mondo dell’istruzione. Saranno, infatti, messi a disposizione delle scuole 5,9 milioni di euro per la promozione e la realizzazione di iniziative sull’educazione al rispetto, con il coinvolgimento di almeno 200 istituti che potranno rappresentare una rete permanente di riferimento su questi temi.

Siglare ufficialmente l’esistenza dell’educazione al rispetto, significa accedere ad una più profonda consapevolezza del valore di una società inclusiva; significa fornire alle nuove generazioni una maggiore capacità di apertura verso l’altro, di valorizzazione delle differenze. Fra i punti del Piano c’è, poi, il rafforzamento degli Osservatori attivi presso il Ministero sui temi dell’integrazione, dell’inclusione e per la promozione di iniziative sui temi della parità fra i sessi e della violenza contro le donne. Il Piano prevede anche il lancio, il 21 novembre, del nuovo Patto di corresponsabilità educativa per rinsaldare il rapporto fra scuola e famiglia. E la distribuzione a tutte le studentesse e gli studenti della Costituzione. I materiali e le proposte didattiche sui temi del Piano saranno pubblicati sul portale www.noisiamopari.it.

Per diffondere i contenuti e i messaggi del Piano è partita anche una campagna social con l’hashtag #Rispettaledifferenze che accompagna la pubblicazione di un video suggestivo, realizzato dalle studentesse e dagli studenti dell’IC “Via N.M. Nicolai” di Roma in collaborazione con il laboratorio teatrale integrale Piero Gabrielli. Se osserviamo la realtà con occhi più aperti e critici scopriamo che non c’è alcuna ragione per cui nell’incontro tra differenze, ci debba essere una gerarchia: non esiste alcun motivo per rinunciare alla ricchezza garantita dalla piena espressione di donne e uomini nella totalità della loro umanità. “Quello che mi rende particolarmente orgogliosa”, conclude la ministra,” è non solo aver formalmente attuato una prescrizione normativa, ma aver dato alle scuole uno strumento culturale importantissimo per combattere le disuguaglianze e gli stereotipi: la legge 107 punta a rendere centrale l’educazione al rispetto e alla libertà dai pregiudizi, riconoscendo dignità a ogni persona, senza esclusioni, nell’uguaglianza di diritti e responsabilità per tutte e tutti”.