Imparare a suonare con i neuroni specchio si può

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Guidare un processo di apprendimento attraverso la musica in un sistema nervoso in evoluzione, sebbene colpito da ictus, è una sfida che può rivelarsi particolarmente affascinante. Si parlerà anche di questo, tra le altre cose, all’interno di CALL4BRAIN, un appuntamento che si terrà venerdì 3 novembre, a partire dalle 9.30, presso il Politecnico di Milano, e che porta i temi della medicina, dell’innovazione e della scienza a tutti, anticipando alcuni dei contenuti del TEDMED americano (in programma a Palm Springs, in California, dall’1 al 3 novembre).

Swinging mind: un viaggio fra musica e neuroplasticità” è, infatti, il tema che affronterà Arturo Nuara, specialista in neurofisiopatologia presso il CNR Neuroscienze di Parma nel corso dell’evento. Esplorare le possibili connessioni in un processo di neuroriabilitazione è un obiettivo importante, perseguito soprattutto grazie alla presenza dei neuroni specchio, una parte di cellule cerebrali situate nelle aree motorie e premotorie, ma anche nell’area di Broca e nella corteccia parietale inferiore, scoperta dagli scienziati dell’Università di Parma negli anni Novanta.

In pratica, come lo stesso nome suggerisce, si attivano quando un individuo compie un’azione e successivamente osserva la stessa azione compiuta da un altro soggetto di fronte a lui: «Nel processo riabilitativo di soggetti colpiti da paralisi cerebrale infantile l’attivazione dei neuroni specchio può guidare i processi di apprendimento motorio – spiega Nuara – in particolare  in un cervello più “malleabile”, come quello dei bambini, dotato di una notevole plasticità cerebrale, ovvero di una spiccata capacità di andare incontro a trasformazioni in seguito a stimoli provenienti dall’ambiente circostante». L’attivazione del sistema dei neuroni specchio può, inoltre, favorire, nei bambini colpiti da paralisi cerebrale unilaterale, la realizzazione degli atti motori per emulazione: «Tali trasformazioni possono essere favorite dall’attuazione di strategie imitative reciproche – aggiunge Nuara – sfruttando ad esempio l’interazione bambino-bambino. Naturalmente, è fondamentale adoperare strumenti meno invasivi e più naturali per un bambino, inserendo il processo di apprendimento nel contesto del gioco: con piccoli trucchi di magia, ad esempio, si possono affinare le capacità di prensione e afferramento bimanuale».

Tutto ciò è anche alla base di MirrorAble (patent pending), una piattaforma interattiva destinata alle famiglie con bambini con disabilità motorie, derivanti da lesioni al sistema nervoso centrale (es. ictus perinatale/pediatrico, paralisi cerebrale infantile, lesioni traumatiche acquisite), e che desiderano avere un ruolo attivo nel progetto di riabilitazione del proprio bambino.

In questo contesto la musica, come ampiamente dimostrato, può giocare un ruolo cruciale perché ha il vantaggio di stimolare l’integrazione tra la sfera motoria, cognitiva e sensoriale, agendo su aspetti motivazionali ed emotivi e attivando il sistema simpatico. «Imparare a suonare uno strumento musicale può essere di grande supporto al miglioramento dei deficit delle capacità motorie – prosegue – con una tecnica che ovviamente viene adattata a ciascun percorso e a ciascun bambino. L’esperienza musicale, in questo modo, diventa un catalizzatore dei processi di apprendimento e un veicolo per apprendere nuove competenze».

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La giornata di CALL4BRAIN terminerà con un aperitivo e un recital musicale dimostrativo a cura di Laura e Elena Gorna, rispettivamente violinista e arpista. «L’apprendimento musicale per imitazione gode di una solida giustificazione scientifica» commenta Elena Gorna, che da anni affianca un’intensa attività concertistica a quella dell’insegnamento. Dal 2006 è anche didatta dell’arpa con metodo Suzuki: «Suzuki aveva ben intuito che “l’imitazione” è alla base del processo d’apprendimento umano nei primi anni di vita e attraverso questo metodo chiamato “della lingua madre”, dimostrò che si poteva insegnare ad un bambino allo stesso modo come gli si insegna a parlare» precisa.

Dunque la musica, se opportunamente proposta ai più piccoli, può offrire numerosi spunti, aprendo scenari sorprendenti: «Non ci devono essere preclusioni sui generi musicali o sui compositori da preferire nelle attività rivolte ai bambini – conclude Gorna – tutto è utile per stimolare la loro curiosità. Del resto, loro stessi non hanno preclusioni».


CALL4BRAIN è ideato e promosso dai TEDMED ambassador Francesca Fedeli e Roberto d’Angelo, fondatori di Fightthestroke.org, un movimento nato nel 2011 per supportare i giovani sopravvissuti all’ictus perinatale, come è stato per il loro piccolo Mario.