I nostri figli: una paghetta oggi può salvarci dal mantenerli a vita?

marta

Un padre di Pordenone è stato condannato dai giudici a continuare a mantenere la figlia 26enne che è iscritta all’università da sei anni e ha dato meno di metà degli esami. Non solo: siccome la figlia in casa con lui non si trova bene, perché le mette troppa pressione sul darsi da fare, la corte lo obbliga anche a pagarle un affitto nella città dove dovrebbe studiare, ma non frequenta le lezioni da anni.

La legge italiana sta dalla parte della figlia: la legge 219/2012 ha infatti ribadito i diritti e doveri del figlio senza precisare se minorenne o maggiorenne, prevedendo che “ha diritto di essere mantenuto, educato, istruito e assistito moralmente dai genitori…”. Si ma, fino a quando? Il padre di Pordenone ce l’ha principalmente con se stesso: pentito di averle sempre dato tutto, si ritrova a carico la più classica delle “bamboccione”.

La domanda quindi è: quando iniziare a trattarli in modo da rendere i nostri figli autonomi e indipendenti? La risposta di molti pedagogisti è: il più presto possibile.

L’ultima lezione ai genitori italiani – e qui mi rifiuto di dire “alle mamme”: l’educazione dei figli è un piacere e un dovere di entrambi i genitori – viene da una blogger inglese, Amy Carney, che si raccomanda con mamme e papà di lasciare che i figli si occupino delle loro cose, si facciano il letto, si preparino la colazione e si mettano la sveglia da soli prima di compiere 13 anni.

Molto prima, aggiungerei io: e vorrei aprire il dibattito sul tema “paghetta”. Confesso che i miei due bambini, di 6 e 9 anni, prendono infatti una paghetta settimanale. Ho iniziato a dargliela esasperata dalle continue richieste all’edicola, alle bancarelle, al supermercato: tutti luoghi in cui, giusto ad altezza di bambino, sono disseminati irresistibili, plasticosissimi e spesso viscidi gadget che costano “solo” (!) tra 2,99 e i 3,99 euro e che durano il tempo di un sospiro.

Con la paghetta settimanale, i miei bambini devono decidere da soli se e quale gadget merita veramente la spesa, e confesso che mi dà una grande gioia vederli iniziare a ragionare in grande e a mettere da parte per ottenere un gadget di livello superiore. D’estate poi, la figlia 9enne ha iniziato a integrare i risparmi organizzando una bancarella in spiaggia in cui vende i vecchi gadget e mette lo smalto sulle unghie (35 centesimi a unghia). Ho qualche speranza che a 26 anni si mantenga da sola?