Sarah Andersen e il potere ironico dell’empatia

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Un morbido coniglio consigliere; un utero vendicativo; un fidanzato che a seconda delle necessità è, tra le altre cose, un termosifone umano o fornitore di comode felpe. Sono i personaggi che costellano l’immaginario di “Sarah’s Scribbles” (“Gli scarabocchi di Sarah”)  le webcomic disegnate da Sarah Andersen, illustratrice e fumettista che vive a New York. Le strisce sono nate nel 2011. Oggi sono tradotte in 11 lingue, raccolgono fan in tutto il mondo, la pagina Facebook ne conta più di due milioni, e sono diventate due libri. In Italia le due raccolte di fumetti sono state pubblicate dalla casa editrice Becco Giallo: “Crescere che palle” del 2016, a cui è seguito lo scorso aprile “Un grosso morbidoso bozzolo felice” che contiene anche tre storie: “Non so comportarmi come una persona”, che affronta il tema dell’ansia sociale, “Sadie” e “La ladra di maglioni”.

andersenIncontriamo Sarah durante la tappa milanese del suo tour italiano e ad Alley Oop racconta come è nata la passione per i fumetti: “ho iniziato a disegnare da piccola. Volevo fare l’illustratrice e quindi ho frequentato la scuola d’arte. Al quarto anno di college ho iniziato a prendere seriamente in considerazione il fumetto. Prima ancora di disegnare sono una grande lettrice. Mio papà era un appassionato collezionista e sono cresciuta leggendo Calvin and Hobbes”.

“Sarah’s Scribbles” segue il personaggio principale, Sarah, mentre si trova alle prese con situazioni reali a volte ridicole altre frustranti tipiche della transizione verso l’età adulta. Le reazioni della protagonista sono spesso esageratamente drammatiche e per questo molto divertenti. Il primo fumetto diventato virale online per esempio è stato “Waking up” e racconta di quanto sia difficile alzarsi dal letto la mattina: parlare con le persone, darsi da fare, no, meglio rimanere sotto le coperte.

Andersen racconta momenti intimi e universali al tempo stesso molto comuni per una generazione, quella dei Millennials: la paura di diventare adulti, il timore di non rispettare le scadenze, le responsabilità del mondo reale – e soprattutto come evitarle – o cattive ma innocue abitudini come bingewatching o bere troppi caffè. Sono spaccati di vita quotidiana spesso trascurati ma in realtà molto comuni. E la fumettista ha la dote di renderli divertenti creando empatia in chi legge. “Faccio ironia su cose piccole e segrete” spiega. “Mi piace riderne perché lo trovo sano. Spero che sia un’ottima terapia anche per gli altri vedere che tutti hanno gli stessi problemi. Osservo molto la vita reale. La maggior parte delle storie inizia con qualcosa di personale che viene poi trasformato in modo che possa essere divertente per tutti. Alcuni aspetti cambiano, ma c’è sempre un po’ di me nelle storie ”. L’ironia diventa un linguaggio internazionale e Sarah colleziona fan in tutte le parti del mondo: “la maggioranza dei miei lettori, dopo gli Stati Uniti viene dalla Russia. È sorprendente perché pensiamo sempre che siano due paesi così diversi e invece tutti riescono ad immedesimarsi”.

Nel suo lavoro Sarah è trasversale e crea empatia con i lettori. Lo conferma anche il suo editore italiano Federico Zaghis: “è la prima cosa che percepisci nel pubblico, da ciò che le dicono quando la incontrano e i regali che le fanno. A Napoli le hanno portato un peluches a forma di utero fatto a mano che raffigurava un suo personaggio. Credo che anche ritrovarsi a leggere lo stesso libro o fare la fila insieme crei questo senso di comuità tra i lettori. Le sono molto riconoscenti: rende comuni i difetti, le piccole paure, ma che in realtà percepiamo molto più grandi. Vederli sulla carta dà sollievo”.

sarahLa prima raccolta di fumetti “Crescere che palle” aveva come titolo originale: “Adulthood is a myth”, cioè “L’età adulta è un mito”. Perché? “il primo mito da sfatare è che una completa e piena maturità esista. Credo che per molti questa fase non arrivi mai. Tutti abbiamo dubbi o esitazioni e un perenne senso di insicurezza. È un problema comune tra le generazioni ma ciò che è cambiato rispetto al passato è che oggi i Millennials ne parlano di più e allo stesso tempo ridono più facilmente di loro stessi. Negli Stati Uniti la concezione dell’età adulta porta con sé molte sfide: ci laureiamo e abbiamo già un debito; trovare lavoro è piu difficile; nel frattempo c’è anche la pressione per sposarsi, avere figli, acquistare una casa e fare carriera. Molti della mia generazione (ndr. tra i 20 e i 30 anni) si iniziano ad interrogare su questi concetti. Ma questa è una conquista: sta diventando più comune parlare in modo aperto di paure, insicurezze, di salute mentale e depressione, ma anche affrontare in modo più libero i temi LGBT”.

sarah2Nelle vignette ritratte nei libri Sarah dialoga con diversi personaggi: alcuni umani come l’amorevole fidanzato e le amiche, altri invece più intimi come il suo cervello molto introverso, l’utero che brama alle sue spalle e un coniglietto, a metà tra un animale domestico e un saggio confidente. “Il coniglio sono i tratti della protagonista con cui lei si trova a dialogare. Da piccola sono cresciuta con un coniglio come animale domestico, e quando mi sono ritrovata a creare un personaggio logico ho tratto ispirazione dal passato” racconta Andersen.

“Crescere che palle” e “Un grosso morbidoso bozzolo felice” sono libri adatti ad un pigro pomeriggio in cui non volete mettere il naso fuori di casa. Mettetevi comodi (ovvero in mutande con un pacco di patatine al vostro fianco, come vorrebbe Sarah e come d’altra parte già fate senza dirlo a nessuno) e d’un tratto la forza attrattiva del divano che vi ha tenuti incollati a lui per tante ora non vi farà più vergognare ma, tirando un sospiro di sollievo, vi farà dire: “Per fortuna, non capita solo a me!”.


Sarah’s Scribbles. Crescere, che palle!. Vol. 1, Becco Giallo – 2016 (13,00 euro)

Un grosso morbidoso bozzolo felice. Sarah’s Scribbles. Vol. 2, Becco Giallo – 2017 (14,50 euro)