Quali sono i colori delle emozioni? Aiutiamo i bambini a riconoscerle

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Cuore accelerato, sudorazione aumentata, tremore alle gambe, respiro affannoso: sono i sintomi della paura, chi non li riconoscerebbe? Forte calore al volto, irrigidimento della muscolatura, cambiamento del tono della voce: è la rabbia cieca, quella che annebbia l’intelletto e non permette di ragionare, che può spingere anche a fare gesti irragionevoli. Le emozioni, quelle primarie, istintive, possono avere una forza devastante, e comportano delle modificazioni fisiologiche (come l’accelerazione del battito cardiaco) e comportamentali (come la fuga o l’alterazione della mimica facciale) che possono cogliere impreparato qualsiasi adulto. Immaginiamo un bambino…

Difficile per un bambino trovarsi di fronte a emozioni così forti.  I mediatori tra le emozioni e i bambini sono naturalmente i genitori che, dando un nome alle reazioni emotive dei propri figli di fronte ai piccoli e grandi eventi quotidiani, li educano a riconoscerle e a gestirle. L’emozione è una specie di ponte tra il mondo esterno e il mondo interno e i genitori aiutano i bambini a interpretare l’uno e l’altro.

Sono mamma e papà a insegnare ai figli a riconoscere le emozioni, fanno da contenitore e li rassicurano. Non esiste niente che sia efficace come l’abbraccio e le coccole di mamma e papà per rassicurare un bambino spaventato. Ma cosa succede se i genitori non ci sono o non sono in grado di occuparsi adeguatamente del bambino?

I bambini adottati hanno tutti in comune il fatto avere vissuto una delle esperienze più terribili: la perdita delle figure di riferimento, quelle che avrebbero dovuto proteggerlo e accudirlo. E inoltre hanno provato sulla propria pelle alcune tra le emozioni più forti. Proviamo a immaginare, quali emozioni può provare un bambino che rimane da solo, per esempio, in un istituto dove non conosce nessuno. Paura, rabbia, frustrazione, angoscia? Sono sentimenti fortissimi che spaventerebbero anche un adulto, figuriamoci un bambino.

Spesso quando questi bambini arrivano nelle famiglie adottive portano con sé un groviglio di emozioni che nessuno li ha aiutati a dipanare. Hanno un grande bisogno, oltre che di tanto amore, di sentire un contenimento emotivo e di qualcuno che riconosca i loro stati d’animo e li aiuti a gestire i sentimenti che provano. Spesso le emozioni sono troppe e troppo intense e i bambini sono confusi e spaesati, in balia di quello che provano.

Compito dei genitori adottivi è aiutare i bambini a riconoscere le singole emozioni e dare loro un nome, recuperando quell’educazione emotiva che i bambini hanno normalmente fin da piccolissimi. Un piccolo strumento utile e divertente per aiutare bambini e genitori a parlare di emozioni in modo semplice è, per esempio, il coloratissimo libro pop up “I colori delle emozioni” di Anna Llenas, edizioni Gribaudo.

Protagonista del racconto è infatti il mostro dei colori che ha mischiato tutte le emozioni e si è svegliato confuso e strano perché quando le emozioni sono tutte insieme non funzionano. Il simpatico mostro riuscirà a separare le singole emozioni riconoscendole e abbinandole ognuna a un colore grazie all’aiuto di una bambina in scala di grigi: il giallo è l’allegria, l’azzurro la tristezza, il rosso la rabbia, la calma è verde e nera è la paura. Rimettendo a posto le emozioni il mostro tornerà a sentirsi bene.