In negozio oppure online? Ecco come sta cambiando lo shopping

Shopping time, young teenage girl with shopping bags at shopping mall

Forse perché è una delle location della moda milanese più conosciute, avendo ospitato negli anni ’70-’80 l’iconico negozio Fiorucci. Forse perché ad occuparla attualmente è uno dei colossi del fast fashion. Sarà per questo che l’annunciata chiusura dello store H&M di Galleria Passerella a Milano sta facendo parecchio rumore? Probabilmente sì. In fondo non si tratta di un caso isolato se H&M chiuderà nei prossimi mesi anche il negozio di C.so Buenos Aires oltre a quelli di Cremona e Venezia.

Tutto previsto nell’ambito di una revisione della rete retail e di una strategia che mira a cercare la “sostenibilità economica dei singoli punti vendita” come ha dichiarato la stessa H&M. Strategia che anche Inditex (Zara), ha messo in campo già da diversi anni.
Anche se, come riporta PambiancoNews, per questi colossi il saldo tra nuove aperture e chiusure dei punti vendita è positivo, è vero che ormai la crescita in questo settore sta subendo forti rallentamenti. Dopo anni a ‘sviluppo verticale’ ora è diventato imperativo fare efficienza, trovare il miglior rapporto tra metri quadri occupati e redditività, chiudendo magari i negozi più piccoli a favore delle grandi metrature e possibilmente stipulando contratti di affitto flessibili.

Ma non sono solo i costi degli affitti con cui anche le grandi aziende del fashion devono fare i conti. Sono anche i nuovi stili di acquisto che vedono i consumatori sempre più indipendenti, esigenti, meno fidelizzabili e sempre più orientati allo shopping online.

shopping-606993_960_720Il modello di vendita tradizionale sta infatti tramontando. Da un lato i consumatori (specialmente quelli più giovani) percepiscono sempre meno la differenza tra acquistare on-line o in negozio. I clienti sono in genere più informati degli addetti vendita (i quali sono spesso impreparati ad anticipare l’esigenza del consumatore, ad interagire in modo empatico, o non in grado di dare informazioni corrette e soddisfacenti sui prodotti stessi).

virtual-fittingSe mancano cioè tutti quei contributi che solo un insider può dare, verrebbe da chiedersi, a cosa serve appoggiarsi ad un commesso se non per chiedere una taglia che alla fine potremmo trovare anche da soli? Già, perché da soli e online potremmo avere molto di più, grazie ad una tecnologia sempre più sofisticata, interattiva e mirata: i prodotti possono essere ingranditi, girati, osservati in 3D; si possono leggere informazioni dettagliate sul capo o sulla composizione del tessuto (più difficile da decifrare su minuscole etichette); si possono visualizzare tutte le varianti di colore e di taglia; si possono avere suggerimenti stilistici su come indossare un capo, e si possono fare anche prove d’indosso con il camerino virtuale in 3-D.

Non è un caso se ASOS, il gigante inglese nell’e-commerce di moda e cosmesi rivolto principalmente ai ventenni, ha registrato nel 2016 una crescita del 25%, mentre Amazon sta includendo sempre più brand di abbigliamento all’interno della propria offerta commerciale. La moda è un settore su cui Amazon sta puntando tantissimo e l’ampliamento dei servizi diventa indispensabile. Come il lancio della nuova apparecchiatura Echo Look, che fotografa i look indossati e dà suggerimenti di stile: un personal stylist a disposizione 24h/24h.

virtualE poiché la tecnologia guiderà sempre di più il nostro approccio allo shopping, le aziende vincenti dovranno integrarla anche nei negozi fisici, sfruttando i dispositivi mobile per migliorare la relazione con il cliente, anticiparne i bisogni ed ottimizzare la sua esperienza in negozio. Un suggerimento interessante lo fornisce Sridhar Ramaswamy, direttore esecutivo di Google Ads secondo cui la ricerca online “(…) non dovrebbe finire nel momento in cui il cliente entra in negozio. A tutti è capitato di sentirci smarriti in un supermercato, cercando nei vari corridoi un prodotto specifico. Il dispositivo mobile del cliente può diventare una mappa, una shopping list, un personal shopper o un addetto alle vendite, o un cerca prodotto, tutto in uno”.