Insegnare ai bambini la paura dell’estraneo? Andiamoci piano

child-abduction-social-experiment-video-joey-salads-3Un video virale, che ha gettato nello sconforto mamme e papà: cosa farebbero i miei figli in quella situazione? Chi tra i genitori può giurare che i propri figli non seguirebbero mai un estraneo che li attira per esempio con un cucciolo di cane, come accade nel video girato per fare un “esperimento sociale”? Servono davvero gli avvertimenti di non parlare con gli sconosciuti che certamente ogni genitore ha dato ai suoi bambini per evitare i rischi che il video rende così reali e quotidiani?

La mia prima reazione, come quella di molti genitori, è stata di terrore: mio figlio è ancora piccolo ed è sempre sotto controllo, ma il messaggio che gli arriva da me è di essere sempre abbastanza amichevole anche con gli estranei. Quindi lo sto esponendo a futuri, terribili pericoli! Sarà perché sono figlia di anni in cui l’educazione era fatta di “Non accettare mai caramelle dagli sconosciuti” (con questi sconosciuti che molto avevano a che fare con “l’uomo nero” di racconti tremendi che venivano propinati senza alcun timore e che facevano parte del nostro quotidiano) che come reazione mi trovo a passare il messaggio di quanto il mondo sia bello e ricco e di quanto gli altri, estranei inclusi, siano persone interessanti e piacevoli e con le quali comunque bisogna essere sempre gentili ed educati.

Visto il video, mi sono chiesta: è questo il giusto approccio? Esporrò davvero mio figlio a pericoli enormi a causa di questo mio atteggiamento di reazione? Come fargli capire che l’estraneo può rappresentare un pericolo vero, reale e concreto?

Dopo qualche giorno dal primo impatto col video super allarmante (praticamente tutti i bambini seguono l’estraneo col cucciolo, tra le facce disperate dei loro genitori che un secondo prima si erano detti certi che mai i loro figli lo avrebbero fatto), mi è capitato di incontrare in strada un bambino di 6-7 anni che si era perso. Era un sabato pomeriggio, in una strada molto frequentata, lui era in bici e aveva perso la sua mamma. Piangeva ed era spaventato. Subito un ragazzo gli si è avvicinato e ha iniziato a parlargli per tranquillizzarlo, con lui una signora e poi un’altra mamma col bambino. Ma il ragazzo aveva la situazione in mano e l’attenzione del bambino, si è fatto dare il numero di telefono della mamma (ecco una cosa da fare!) l’ha chiamata e poco dopo i due si sono ritrovati nel sollievo di tutti. In questo caso, se il bambino non avesse dato retta a dei perfetti estranei, non avrebbe ricevuto l’aiuto di cui aveva bisogno in quel momento.

Perché se è vero che è importante insegnare ai bambini a stare attenti a chi si avvicina e con quali intenzioni, è altrettanto importante che sappiano che devono chiedere aiuto a un adulto se si trovano in difficoltà. Certo, i pericoli esistono e i bambini devono essere aiutati e preparati a riconoscerli, ma per fortuna i mostri non sono ovunque. I dati sui bambini scomparsi mostrano che le principali cause di sparizione sono la fuga volontaria e la sottrazione da parte di uno dei genitori. Come spesso accade, i pericoli non sono tanto all’esterno quanto dentro o vicino a noi. E allora, piuttosto che seminare il panico o cedere alla tentazione di indicare l’estraneo come un pericolo da evitare tout court, è importante insegnare ai bambini a distinguere le situazioni, a capire quali sono le intenzioni di chi si avvicina loro, ad ascoltare se stessi e le loro sensazioni di disagio quando qualcuno li approccia, a non isolarsi mai quando si è in gruppo, a chiedere aiuto se si sentono in pericolo o in difficoltà. Il Telefono Azzurro ha compilato anche una serie di consigli per i genitori, che possono essere molto utili per gestire possibili situazioni di rischio e le proprie ansie.

Anche perché, questo vale la pena di ricordarlo, i pericoli maggiori – certo non tanto per i bambini molto piccoli ma per tutti quelli che già maneggiano smartphone e social network – possono arrivare dalla rete, visto che l’adescamento online sembra essere un fenomeno sempre più diffuso anche se per fortuna i contatti reali non sempre fanno seguito a quelli virtuali. Anche in questo caso informazione, comunicazione, dialogo, apertura con i propri figli, evitando panico e inutili allarmismi da video virali continuano ad essere le armi più efficaci.