8 marzo: e se a scioperare fossero gli uomini?

Domani, per la festa dell’8 marzo, è stato indetto uno sciopero globale delle donne contro le violenze e le discriminazioni di genere. L’idea è stata lanciata dal movimento americano Women’s march (quello della marcia delle donne contro Trump); in Italia, il testimone è stato raccolto dalla rete Non una di meno, che ha incassato l’adesione di parecchie sigle sindacali tra cui la Cgil.

Un’idea nobile. Ma non sarebbe stato meglio se, contro le violenze di genere, a scioperare fossero stati solo gli uomini?

Le donne sono quelle che guadagnano di meno. Sono quelle che le violenze le subiscono. E poi? Non basta il danno, arriva anche la beffa: via con un giorno in meno di stipendio in busta paga. I diritti non hanno prezzo, è vero. Ma perché rimetterci anche economicamente? Un conto è una manifestazione, altro conto uno sciopero. Perché chiedere alle donne di scioperare contro la violenza? Meglio scendere in piazza o un’altra forma di protesta che non penalizzi economicamente.

L’obiezione corre fra un post e un commento sui social e sono soprattutto le donne a lamentarsi. ” Un giorno senza donne…ma con tante mamme ad occuparsi dei figli xchè sciopero asilo/scuola…ma che senso ha? Come si fa a prendere un giorno di permesso per un giorno dal ruolo di mamma?” commenta una. “Cioè mi state dicendo che mercoledì le scuole scioperano, i mezzi scioperano per sostenermi come donna?” twitta un’altra. E la valanga è andata crescendo lungo la giornata.

L’8 marzo, poi, è il giorno dei diritti di tutte le donne. Non solo di quelle che economicamente possono permettersi lo sciopero. O si rischia di trasformare una protesta sacrosanta in un movimento classista. Come ha fatto notare Quartz, secondo il quale sciopereranno solo le donne privilegiate.D’altra parte, pensiamo a chi è oggetto di violenze: se ha trovato le forze di rompere le catene ed è andata via di casa, si trova magari da sola o con figlia a doversi mantenere. Come permettersi otto ore di sciopero per poi magari far fatica ad arrivare a fine mese? Perché scegliere un metodo di protesta che non permette proprio alle vittime di protestare?

Fermiamoci un attimo, allora. Chiediamo agli uomini di scioperare al posto nostro. Sono loro gli autori della violenza contro le donne e forse una loro presa di posizione forte in questa direzione farebbe sentire isolati i violenti. E con un giorno in meno di busta paga, simbolicamente per un mese, accorceremo anche le distanze del gap salariale di genere. Due obiettivi con un solo atto.