Cinque conquiste delle donne all’estero nel 2016 che vorrei vedere in Italia nel 2017

imageCinquantatrè post, dal lancio di Alley Oop a oggi. E con questo fanno 54. Nessuno potrà dirmi che ho battuto la fiacca. Li scorro tutti su e giù col mouse. Ci sono Paesi, nel mondo, dove le donne nel 2016 hanno raggiunto traguardi importanti. Traguardi che vorrei raggiungessimo anche noi italiane nel 2017.

Ecco cinque cose che vorrei esportare in Italia:

1) Dall’Islanda: l’uguaglianza. La piccola isola al largo del Mar Artico nel 2016 si è aggiudicata il primo posto nella classifica del Global Gender Gap Index. Recuperare il primato islandese in un anno soltanto è praticamente impossibile, ma nel 2017 noi italiane possiamo pur sempre cercare di rosicchiare qualche posto in classifica

2) Dalla Spagna: la ricchezza. Nel mondo, l’1% dei super ricchi possiede il 48% di tutta la ricchezza globale. In Spagna le donne che appartengono a questo 1% sono il 22,1% del totale, in Italia sono il 19,6%. Basta nominare qualche Ceo donna in più, e chissà che non sorpassiamo le vicine iberiche

3) Dalla Svezia: il futuro. Non che l’Italia non ne abbia uno davanti. È che la Svezia ha un ministero ad hoc. Il Ministero del Futuro. E lo guida una donna, Kristina Persson: un passato da sindacalista prima, da esperta alla Banca Centrale di Stoccolma poi, e tante ottime idee su come rendere la Svezia un paese sempre più equo, sempre più aperto, sempre più ricco di opportunità per i suoi giovani. Che sono, appunto, il suo futuro. Ecco, di tutte le cose che mi piacerebbe veder realizzate in Italia nel 2017, questa forse è la più urgente.

4) Dall’Etiopia: le pari opportunià. Sembra paradossale, eppure nel parlamento etiope siedono più donne che da noi: sono il 38,8% ad Addis Abeba, e il 31,43% a Roma. Visto che il 2017 potrebbe anche essere un anno elettorale, magari è l’occasione buona per non farsi battere dagli etiopi

5) Dal Pakistan:  Burka Avenger. Ora che anche l’ONU ha scaricato Wonder Woman, forse potremmo farci carico noi di inventare un’eroina che difende i diritti delle donne. Il Pakistan ha Burka Avenger, di giorno fa la maestra e di notte difende i villaggi dall’oscurantismo dei talebani. E l’Italia? Si accettano proposte