“Ma Basta!”, la voce dei ragazzi contro il bullismo

MABASTANon è solo un grido di protesta, una richiesta d’aiuto, ma anche e soprattutto un movimento sociale , un fenomeno inarrestabile. “MA BASTA” è l’ acronimo del Movimento AntiBullismo Animato da Studenti Adolescenti che, in pochissimo tempo, si è diffuso a livello nazionale.
L’idea è partita da un gruppo di ragazzi, giovani alunni dell’Istituto Galilei Costa di Lecce, supportati dal professor Manni, docente di informatica. Ragazzi che hanno deciso di costituirsi associazione e di sfruttare il web per informare, consigliare, supportare e sostenere le vittime del bullismo e le loro famiglie.

La presidente della Camera dei Deputati Laura Boldrini (s), a fianco della ministra dell'Istruzione Stefania Giannini, nel corso del convegno "Le scuole unite contro il bullismo" a Roma, 17 ottobre 2016. ANSA/MAURIZIO BRAMBATTI

La presidente della Camera dei Deputati Laura Boldrini e la ministra dell’Istruzione Stefania Giannini

Attraverso il sito, il blog e i video-spot, il movimento “MA BASTA”, ha raggiunto rilevanza a livello nazionale, tanto che il 17 ottobre è stato siglato un protocollo di intesa tra la presidente della Camera Boldrini e la ministra dell’Istruzione Giannini per la conoscenza dei diritti e doveri in internet, con la partecipazione dei ragazzi del prof. Manni.

Una vera e propria piaga sociale, quella del bullismo, inteso come “comportamento aggressivo e sistematico” di un individuo o gruppo di indivudui, nei confronti di un altro individuo, percepito come più debole.
Il fenomeno sta assumendo proporzioni sempre più disarmanti. Secondo l’Istat, infatti, il 63% dei ragazzi adolescenti è stato testimone di atti aggressivi e vessatori e il 26% ha dichiarato di avervi assistito, addirittura, una o più volte al mese. In un’ indagine svolta nel 2014, il 50% dei ragazzi della scuola secondaria di primo grado ha dichiarato di essere stato VITTIMA di aggressioni o offese verbali da parte di coetanei. Di questi, solo il 10% ha denunciato le azioni “tipiche” di bullismo. I dati ufficiali del ministero, poi, parlano di 18 tentati suicidi all’anno, ma le associazioni a sostegno delle vittime, come MABASTA, parlano di centinaia di casi “silenziosi”, che non emergono.

A gridare stop al bullismo, ci sono i docenti, in prima linea, insieme agli alunni. Più della metà dei casi di bullismo, avviene, infatti all’interno di istituti scolastici. L’insegnante si trova a svolgere un ruolo importante nell’individuazione di atteggiamenti ritenuti “a rischio”, molto spesso taciuti dalle vittime, per vergogna, per timidezza, per incapacità ad esprimere il loro vissuto.

Occuparsi di questo problema dilagante, diventa dunque una priorità indiscussa: ogni insegnante può indivduare e bloccare sul nascere comportamenti definiti “sospetti”, denunciare comportamenti tendenti all’aggressività e alla vessazione, soprattutto se ripetuti nel tempo. Lavorare sul dialogo, sulle regole del vivere comune e sul rispetto delle diversità, coinvolgendo le famiglie, i ragazzi, e le associazioni che operano sul territorio: questa è la via che la scuola deve percorrere.

I ragazzi di Lecce hanno un sogno: “Debullizzare tutte le scuole d’Italia”, diffondendo il messaggio che “uniti si può”. La loro voce si è unita a quella di migliaia di ragazzi di istituti scolastici di tutta Italia, per gridare: BASTA! DEBULLIZZATE LA VOSTRA SCUOLA!