Compreresti ai tuoi bambini le scarpe con il gps?

imageGuardare Masha e orso e Peppa Pig con il tuo cinquenne è sempre un’esperienza istruttiva. Perché tra un episodio e l’altro arriva la pubblicità. E la pubblicità per questo target, cioè bambini canale 43 e 46 dipendenti, riserva sempre delle sorprese. No, non è che anche oggi sotto esame ci sono i creativi
… è che oggi ho scoperto che esistono “delle nuove e ipertecnologiche calzature da bambini, di design e qualità, ma soprattutto intelligenti. Le uniche al mondo ideate e realizzate per ospitare al proprio interno il rivoluzionario localizzatore GPS che “sente” il tuo bambino e ti dice dov’è”. In pratica, si legge sul sito di questo prodotto, “questo dispositivo invia solo a te (su qualsiasi dispositivo mobile) la posizione del bambino/a che indossa le scarpine e molti altri dati (…)Ti seguirà durante tutta la crescita del tuo bambino o della tua bambina”.

E’ di fronte a novità come queste che il dubbio mi assale. Perché da un lato immagino quanto rilassanti possano diventare le uscite al parco. Tipo che ti puoi sedere su una panchina, piantare lo sguardo sul tuo smartphone e non solo non sentirti in colpa, ma essere orgogliosa di te stessa perché tu, tra un post su facebook e un whatsapp, butti un occhio al tuo investimento responsabile, la app che ti dice dov’è tuo figlio in tempo reale. Niente più crisi di panico dopo distrazione digitale o chiacchiera con amica che ti ha fatto perdere di vista il marmocchio, uno sguardo al device mobile e sai dove andarlo a recuperare (possibilmente vivo, su discese morbide dalla cima degli alberi la app non offre garanzie).

D’altra parte penso che essere genitori comporti costituzionalmente una certa dose di ansia, che, in una misura accettabile, è il segnale che si sta vivendo una vera avventura. E che questa apertura a ciò che non è controllabile sia l’unica condizione per crescere come persone, per i grandi così come per i piccoli. Diventare adulti e autonomi è qualcosa che si costruisce nel tempo, imparando anche a gestire gli imprevisti o a rimediare in prima persona alle proprie negligenze. Come i compiti non segnati sul quaderno, per loro, i figli. O come il perderlo di vista (solo momentaneamente, eh!) per te genitore che capisci una volta di più quanto sia fondamentale la tua attenzione. E insieme si scopre che se la mamma o il papà ti dicono “se ti allontani dimmi dove vai” c’è una ragione, e in quella ragione c’è una relazione di fiducia che si cementa meglio, penso io, senza intermediari tecnologici. Mentre sono alle prese con i miei dubbi, l’unica certezza è che da stasera si legge Pollicino. E che in attesa di decidere se comprare o meno queste scarpe, Francesco andrà in giro con un pezzo di pane in tasca.